Ci sono tanti vocaboli che durante questa Pandemia abbiamo appreso e a tanti altri abbiamo dato rilevanza e nuovo significato: lockdown, coprifuoco, contatti stretti, quarantena sono solo alcuni degli esempi. Ma, la scorsa mattina mentre ero in bus in orario scolastico, tra il risultato di una partita e i compiti di matematica da copiare dal compagno di banco una parola faceva capolino; non mi ha stupita da subito perché, soprattutto nell’ultimo periodo, l’abbiamo sentita tutti spesso tra giornali e tv, ma quando poi ad una fermata rimbalzava sulle bocche dei nuovi passeggeri saliti sul mezzo la mia attenzione è stata risvegliata di colpo; e ho capito, ho capito che la parola DIDATTICA sulle bocche di bambini e ragazzi fa ancora più rumore, perché è inusuale, è inaspettata ma soprattutto usata cercandone di comprendere il significato. Ed è stato in quel momento, tra una frenata e una curva, che ho compreso quanto questo vocabolo non esisteva nella mia routine giornaliera sino, forse, agli ultimi anni di liceo e che ora, invece, più che inflazionato, vola di zaino in zaino.
Il Piano scolastico per la didattica digitale integrata (DDI) nasce, nelle scuole italiane, dall’esperienza maturata a seguito dell’emergenza epidemiologica da COVID-19 che nella seconda parte dell’anno scolastico 2019-2020 ha determinato la sospensione delle lezioni in presenza e l’attivazione di modalità di didattica a distanza, così come stabilito dal Decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri dell’8 marzo 2020 (Ulteriori disposizioni attuative del decreto-legge 23 febbraio 2020, n. 6, recante misure urgenti in materia di contenimento e gestione dell’emergenza epidemiologica da COVID-19) a cui hanno fatto seguito le indicazioni operative contenute nella Nota prot. 388 del 17 marzo 2020.
Lo strumento della didattica online è diventato, quindi, fondamentale nel periodo della pandemia, poiché è riuscito a consentire continuità al percorso formativo scolastico a ogni alunno su ogni livello, nonostante l’impossibilità di seguire le lezioni in aula.
Ora, accantonando per un momento la disquisizione rispetto a ciò che riguarda contagi, indice di positività. termini di fattibilità di una o l’altra forma, chiusura degli istituti o meno, la volontà di questo articolo è presentare punti di forza, di criticità ed eventuali margini di miglioramento futuro della Didattica a Distanza e della didattica tradizionale in presenza.
Se per quanto riguarda la didattica in presenza, vicina all’esperienza formativa di chi scrive e di chi legge, non ci sono dubbi sulla valenza del modello (bisognerebbe eventualmente riflettere su contenuti e metodologie e lo faremo presto in altri articoli) più fumosa e controversa resta la conoscenza del modello di didattica online.
Lo scopo della didattica online è semplice e immediato: replicare le attività svolte in presenza utilizzando dispositivi tecnologici connessi tra loro attraverso una rete internet. Per raggiungere questo obiettivo è possibile scegliere fondamentalmente due strade, vale a dire quella della lezione in live oppure pre-registrata.
Le attività che non vengono svolte in diretta hanno chiaramente il vantaggio di poter essere seguite in qualsiasi momento, senza un appuntamento preciso in cui presentarsi ed, eventualmente, anche dividendo la lezione in più parti in base alla disponibilità della persona. È il caso dell’e-learning, dove gli studenti possono consultare online slide o lezioni appositamente preparate in base alla disciplina, oppure del webinar, un corso video o audio registrato in una o più parti reperibile sulla rete o addirittura scaricabile e consultabile offline. Questa tipologia è sicuramente comoda per lavoratori che devono far coesistere più attività tra loro o comunque studenti più maturi in grado di gestire autonomamente il proprio tempo, mentre risulta in un certo senso meno adatta per gli alunni ancora in età di scuola dell’obbligo. In questo caso è possibile usufruire di applicazioni che permettono il collegamento simultaneo dell’insegnante con tutti gli studenti direttamente dalle proprie abitazioni, andando a costituire una sorta di “classe virtuale” e continuare, così, le lezioni nella quasi totale normalità.
Questi strumenti non soltanto offrono l’occasione di collegare in videochiamata un numero illimitato di persone, ma alcune di esse sono specificamente impostate anche per le esercitazioni e i compiti da svolgere, con un sistema di correzione a distanza preciso ed efficace. Il sistema sembra essere ideale sia per gli insegnanti, che possono organizzare da casa il programma e raggiungere l’intera classe continuando le lezioni a distanza, che per gli alunni, in grado di seguire il docente dalla propria abitazione e vivere l’ambiente scuola senza le pressioni dell’aula.
Nonostante ciò, diverse problematiche di natura pratica contribuiscono a rendere le attività di didattica online meno vantaggiose di ciò che in teoria può apparire.
Le problematiche che affliggono la didattica online sono generalmente di triplice natura: sociale, formativa e tecnologica.
In ambito sociale è evidente che annullando di fatto il contatto interpersonale si abbassa inevitabilmente il livello di comunicazione, l’interscambio culturale e il rapporto emotivo tra le personalità in campo. Ciò può avvenire sia in senso verticale, tra insegnante e alunni, che orizzontalmente tra gli studenti stessi, con il rischio di aumentare il distanziamento emotivo oltre a quello sociale. Dal punto di vista formativo vi è, ovviamente, la possibilità che le lezioni diventino più impersonali e meno adattabili in base alle reali esigenze della classe, con il docente chiamato a fare del suo meglio per riuscire a delineare le difficoltà del gruppo e impostare così la lezione seguendo una metodologia piuttosto che un’altra.
Ultimo, ma non per importanza, il problema tecnologico: non tutti gli studenti, e sicuramente non tutti gli insegnanti, sono per forza di cose abili nell’utilizzo dei dispositivi tecnologici e nello svolgere determinate attività online, inoltre non è detto che tutte le famiglie abbiano la possibilità di permettersi una connessione internet abbastanza performante o, ancor di più, tablet e pc per tutti i componenti del nucleo. Questo problema è stato affrontato concretamente dal Governo lo scorso maggio attraverso l’approvazione del Piano Scuola, il quale prevede lo stanziamento di appositi fondi allo scopo di attivare la banda larga in tutti gli istituti e contribuire con dei bonus familiari all’acquisto di strumenti utili alla navigazione in rete.
Detto ciò, non è mia intenzione schierarsi rispetto ad uno o all’altro modello, e non credo sia neanche necessario perché i due modelli possono e dovrebbero cercare punti di incontro per arricchire l’esperienza formativa di bambini, ragazzi e giovani adulti.
La lista di problematiche che possono ostacolare in qualche modo lo sviluppo della didattica online può sembrare preoccupante, ma in realtà si tratta di un lato della medaglia inevitabile, che va a fungere da contrappeso a una lista infinita di possibilità che questo genere di attività può offrire in ambito scolastico.
Lasciando momentaneamente da parte la questione Covid-19, si provi a pensare quanto possa essere utile, ad esempio, in ambiente universitario, non solo dal punto di vista puramente economico, ma anche per quanto riguarda l’organizzazione del tempo, tanto per gli studenti quanto per i docenti, i quali hanno la possibilità di tenere lezioni in più luoghi lo stesso giorno, magari prendendo parte più o meno nelle stesse ore anche a un convegno dall’altra parte del mondo.
Nelle scuole dell’obbligo si riuscirebbe, invece, a stimolare le abilità dei ragazzi nel conoscere nel dettaglio tutte le opportunità che la rete ha da offrire, con attività multidisciplinari e l’utilizzo di programmi di scrittura, grafica e addirittura montaggio video e audio. La scuola può diventare ancor di più un luogo dove creatività e ingegno si sviluppano quotidianamente, chiaramente se supportata a dovere da un contributo tale da rendere queste attività accessibili a tutti.
Detto ciò, è superfluo sottolineare quanto questi lati positivi possano ancor di più ampliarsi se si pensa alla possibilità latente di una chiusura repentina degli istituti e dei luoghi di didattica collettiva: il Covid-19 ha dato una scossa improvvisa e ha a lungo tenuto le persone lontane le une dalle altre, ma se da un lato ha colpito duramente i nostri rapporti interpersonali, dall’altro ci ha dato modo di riscoprire strumenti e modalità di insegnamento da applicare in maniera efficace sia nell’immediato che nel prossimo futuro. Con il tempo tutto è sicuramente perfezionabile, ma la corretta applicazione della didattica online può dare senza dubbio una marcia in più alla scuola che verrà.