ARTE&CULTURA

Accesso alle informazioni, cultura e sviluppo sostenibile: l’agenda 2030!

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Con la Risoluzione di Assemblea generale 70/1 del settembre 2015, le Nazioni Unite hanno adottato la Agenda 2030 per lo Sviluppo Sostenibile, che include 17 “Goal” e un ampio numero di “targets” frutto di una lunga elaborazione e di una visione che viene definita “people centred”. In altri termini, un’idea di sviluppo che non può prescindere dalla partecipazione attiva delle persone e delle loro organizzazioni quale motore di un cambiamento che, letto secondo le logiche più vicine alla nostra cultura, deve avere basi democratiche e non essere calato autarchicamente dall’alto o concordato dalle sole organizzazioni statali. Lo iato esistente fra tale impostazione e la realtà che abbiamo sotto gli occhi non può far dimenticare come il consenso raggiunto in quel settembre costituisca un importante punto di forza per tutti coloro che intendono favorire e mettere in pratica le logiche e gli obiettivi della risoluzione adottata.

È ovvio che la determinazione politica accolta da tutti i 193 Stati che compongono le Nazioni Unite impegna ciascuno di essi ad agire muovendo dalle – diversissime – condizioni di partenza e impegna in particolare i Paesi con più avanzato livello di conformità a supportare gli sforzi e i bisogni di quelli che si trovano in situazione di maggiore difficoltà.

l dibattito in materia di conoscibilità e trasparenza dei procedimenti pubblici è oggi quanto mai attuale (in Italia, purtroppo, per certi temi è sempre oggi – si vedano gli scandali Mose, Expo, Mafia Capitale, solo per citare i casi più recenti). Cosa manca per equiparare al resto del mondo la nostra normativa (datata 1990) in materia di accesso alle informazioni della Pubblica Amministrazione? Cosa manca per arrivare al FOIA-Freedom of Information Act così come inteso a livello internazionale?

Per alcuni la normativa italiana è perfettamente bilanciata e funzionale già così com’è, con il punto di equilibrio tra diritto di sapere e diritto alla privacy raggiunto con l’introduzione dell’Accesso Civico (di cui all’Art. 5 del Decreto 33/2013), che prevede il diritto dei cittadini di accedere solo ed unicamente a quei documenti che la PA è obbligata a pubblicare, ai sensi della normativa vigente che spesso però resta inadempiuta.

La strada da fare è quindi ancora tanta; ma come si collegano tra loro le tre categorie di trasparenza, cultura e sviluppo sostenibile?

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