Ricorre il 2 agosto la Giornata Mondiale del ricordo del Genocidio Rom e Sinti; una giornata a molti poco nota o comunque che non ha lo stesso valore di altri genocidi avvenuti nella nostra storia; ma come è potuto succedere? Un’analisi storica e geopolitica di un evento terribile ci aiuta a comprendere meglio.
È il 2 agosto del 1944, ci troviamo ad Auschwitz, dove ausiliari e soldati stanno circondando le baracche del campo dove sono rinchiuse poco più di tremila persone; sono soprattutto donne, bambini ed anziani, persone che verranno spinti e minacciati per raggiungere la camera a gas numero 5 del campo, dove sono stati successivamente uccisi, carbonizzati e gettati in fosse comuni.
Siamo ormai nel 2021, settantasette anni dopo si ricorda uno dei genocidi meno ricordati della storia; i Rom, Zingari o Sinti erano una delle etnie più perseguitate dal regime nazista; utilizzando, infatti, il consenso di molti tedeschi il Regime fu in grado di riconoscere i Rom come una “razza inferiore”. Durante tutto il periodo del regime nazista i Rom furono sottoposti ad un destino identico a quello degli Ebrei.
Mentre gli ebrei erano accusati di essere avidi usurai, i rom erano considerati truffatori, ladri e briganti: persone poco raccomandabili a causa del loro stile di vita vagabondo e irregolare. Le autorità tedesche assassinarono anche migliaia di Rom nei territori che furono occupati, come in Unione Sovietica, in Serbia ed in Grecia. Riavvolgendo il filo storico, gli atti di persecuzione contro i Rom da parte del Regime nazista iniziarono già nel 1939, quando il Capo della Sicurezza del Reich, Heydrich, dopo l’invasione della Polonia diede l’ordine di deportare 30 mila Rom tedeschi e austriaci in terra polacca; ordine che però, nel 1941 venne rifiutato dal Governatore del territorio polacco da parte del Reich, il Generale Hans Frank; tuttavia gli Zingari vennero deportati nel distretto di Lublino, dove vennero subito uccisi più di duemila Rom, mentre gli altri vennero suddivisi tra i campi di Amburgo e Brema.
I campi di sterminio dedicati ai Rom e Sinti avevano anche dei nomi diversificati da quelli degli Ebrei; il loro nome era Zigeunerlager, utile ad indicare questa specifica razza; diverse, invece, le parole usate per indicare il genocidio erano Samudaripen-Porrajmos ( genocidio- divoramento), usate a partire dal 1935 fino al 1945 per indicare lo sterminio Sinti, per un totale di mezzo milioni di uomini, donne, anziani e bambini.
Nel dicembre del 1942, Himmlerordinò la deportazione di tutti i Rom che ancora vivevano nella cosiddetta Grande Germania. Alcune eccezioni erano previste per certe categorie, come ad esempio coloro che avevano “puro sangue zingaro” da generazioni, o persone di discendenza zingara che si erano però integrate nella società tedesca e quindi non si comportavano come gli altri zingari, o altri ancora (con le loro famiglie) che si erano distinti nell’esercito tedesco. Almeno 5.000 e forse fino a 15.000 persone rientravano in quelle categorie esenti dalle deportazioni, ma le autorità locali spesso non si preoccuparono di quelle distinzioni durante i rastrellamenti, al punto che, in alcuni casi,le autorità della polizia deportarono persino Rom arruolati in quel momento nell’esercito tedesco (la Wehrmacht) mentre si trovavano in licenza.
La Giornata Mondiale del ricordo del Genocidio Rom è una giornata di monito contro le discriminazioni che ancora oggi sono presenti in tutto il Mondo; in Europa, tutt’oggi, vivono 7 milioni di Rom, i quali discendono da una popolazione che parlava una forma di volgare del sanscrito. Vi sono tutt’oggi grandi miti da sfatare rispetto alla questione dei Rom; nonostante i classici luoghi comuni sui Rom, la problematica maggiore è sul loro modo di vivere ritenuti da molti un popolo senza pulizia; una credenza errata, che purtroppo, si è andata a sviluppare negli ultimi anni a causa di una presenza massiccia della popolazione Rom in luoghi con più di 200 persone e con la presenza di poche possibilità di pulizia. Altra questione è quella del rubare; i Rom vengono sempre visti come il popolo ladro, colore che rubano; i Rom, di natura non lo sono, ma tuttavia i giudici della cultura Sinti affermano che se uno Zingaro ha rubato con maestria e soprattutto per necessità non vi è reato.
Luoghi comuni e tradizioni di un popolo senza terra che solo nel 1980 ha visto riconosciuto dal Governo Tedesco il genocidio efferato nei loro confronti con la morte di più di mezzo milione di persone tra cui circa 150 mila bambini, innocenti e vittima di una cultura d’odio che anche grazie a giornate come questa dev’essere combattuto.