“Questa è la storia di tutte le storie.. Ci vuole impegno per far crescere e ripartire una storia, però quando arrivano, i frutti, sono di tutti!”
Inizia così una storia per bambini e ragazzi nota nel mondo dell’educazione e tematizza perfettamente il nostro articolo di oggi. Che la cooperazione sia di fondamentale importanza per molteplici motivazioni lo stiamo scoprendo in questa settimana dedicata all’unione, al legame e alla collaborazione. Ma quando parliamo di natura e ambiente, quali sono i gradi di percezione di questa tematica? Esistono organi che ci aiutano a restituire a questa diade fondamentale, uomo-natura, il suo significato, il suo valore, e allo stesso tempo tenere insieme il piano delle azioni che ci aiutano ad essere promotori di buone prassi per la salvaguardia ambientale?
La cooperazione ambientale è un filone della cooperazione internazionale che promuove la conservazione ambientale come motore di sviluppo culturale, sociale ed economico delle popolazioni coinvolte. In sostanza, si cerca di raggiungere lo sviluppo socio-economico attraverso la protezione di un ambiente minacciato puntando sulla sua valorizzazione e sull’uso sostenibile delle sue risorse naturali, facilitando l’empowerment, il miglioramento delle condizioni di vita e la sensibilizzazione delle persone a cui appartiene di diritto.
Molte realtà sono attive in questo campo, dalle piccole Ong che promuovono interventi di conservazione in ambiti mirati a grandi associazioni internazionali nate come enti di protezione ambientale e che si stanno progressivamente avvicinando a tematiche proprie dalla cooperazione allo sviluppo.
Negli ultimi anni, i progetti incentrati sulla protezione dell’ambiente in relazione allo sviluppo socio-economico e alla protezione dei diritti sono cresciuti in modo esponenziale. ONG italiane come Avsi, Oxfam, Cesvi, Amref stanno promuovendo un approccio integrato, nuove strategie finanziarie a lungo termine e narrazioni di comunicazione innovative.
I progetti portati avanti sono molteplici, dalla riforestazione all’efficientamento energetico nelle aree urbane, dai progetti di micro-assicurazioni (come l’interessante progetto 4R di Oxfam), alle stufe a basse emissioni, passando per l’agricoltura resiliente e le infrastrutture idriche e igienico-sanitarie, raggiungendo ambiti apparentemente lontani, come la pianificazione familiare. Il fatto è che sussiste – e bisogna prendere seriamente atto di – una catena causale biunivoca fra degrado ambientale, cambiamenti climatici e povertà multidimensionale, come del resto fra benessere umano e qualità dell’ambiente. Per invertire questo circolo vizioso, occorre inserire una specifica attenzione ai profili ed impatti ambientali, in maniera trasversale e capillare, in tutte le politiche e gli interventi di lotta alla povertà e di sviluppo, non solo in quelli a contenuto specificamente ambientale. Ad esempio, inserire tale attenzione e valorizzazione dell’ambiente anche nei progetti dei settori sanitario, scolastico o produttivo e non solo in quelli tradizionalmente ambientali, come quelli di cura delle aree protette o di salvaguardia delle specie animali e vegetali.
La protezione ambientale, l’adattamento ai cambiamenti climatici e, ove possibile la mitigazione, infatti, non sono più soltanto una questione di rilevanza scientifica bensì anche politica. Pertanto, la sostenibilità ambientale e climatica non è un obiettivo per soli specialisti e addetti ai lavori: riguarda tutti e si consegue davvero solo se la cura per l’ambiente si diffonde in ogni luogo, in ogni individuo, in ogni gesto e scelta quotidiani. Del resto, i contenuti stessi della 2030 Agenda for Sustainable Development sono tutti impostati con un evidente approccio di mainstreaming ambientale, ovvero di innesto trasversale, pervasivo e coinvolgente dei temi ambientali e climatici in tutta la strategia.
Certo, vi è ancora una grande carenza che riguarda l’inadeguatezza degli investimenti e la coerenza degli interventi condizionati dalla concorrenza internazionale per il controllo delle risorse naturali e dalla libertà di inquinamento che troppi stati ancora permettono, ma questo non significa certo che tutto sia da accantonare o lasciare indietro.
Anche l’Italia incoraggia e sostiene gli sforzi dei paesi in via di sviluppo per favorire la tutela dell’ambiente e la promozione dello sviluppo sostenibile. L’ampia attività di cooperazione internazionale in campo ambientale sviluppata dal Ministero dell’Ambiente, infatti, può diventare un’occasione importante per le imprese italiane. Tutte le informazioni sono disponibili sulle pagine: www.minambiente.it/pagina/attivita-internazionali. Da queste pagine è possibile, inoltre, accedere a bandi e avvisi pubblicati da diverse Istituzioni e organizzazioni internazionali con particolare attinenza ai temi dello sviluppo sostenibile, del trasferimento tecnologico, della promozione delle energie rinnovabili e degli obiettivi di mitigazione e adattamento. Circolarità per crescere, cura dell’ambiente per la creazione di contesti sani e di sviluppo, impegno concreto per poter essere parte del cambiamento.