ARTE&CULTURA

Un tuffo tra gli Azande: come la stregoneria genera risposte!

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La ricchezza culturale del Continente africano è immensa e secondo alcune stime demografiche, in Africa ci sarebbero almeno 3.000 gruppi etnici; ognuno di questo ha i suoi modi per comunicare, rappresentare la realtà, organizzare la società, onorare le divinità e tanto altro. 

In onore della giornata mondiale dell’Africa, abbiamo deciso di fare un tuffo tra gli Azande, un gruppo etnico dell’Africa centrale che possiede un sistema di pensiero molto diverso dal nostro. 

Gli Azande vivono tra Sudan, Repubblica Democratica del Congo e Repubblica Centrafricana. Sono una popolazione per lo più animista: attribuiscono un principio vitale ed incorporeo – un’anima – a esseri viventi, oggetti inanimati, fenomeni naturali e attraverso questa forma di religiosità gli Azande definiscono la loro percezione del mondo e organizzano la società. 

Tale sistema di pensiero ha attratto la curiosità dall’antropologo inglese E.E. Evans-Pritchard negli anni ’30. Nei suoi studi approfonditi, Evans-Pritchard indagò un elemento mistico insito nella quotidianità degli Azande: la stregoneria. In “Stregoneria, oracoli e magia tra gli Azande” (1937), l’autore racconta come la stregoneria si ponga come un modo, differente dal nostro, di spiegare gli avvenimenti quotidiani: “un concetto fondamentale che dà forma alle loro esperienze delle avversità”. 

In pratica, cosa significa? 

Supponiamo che un uomo stia passando sotto un granaio, e che questo crolli proprio nell’istante in cui l’uomo vi si trovi sotto, causandone la morte. Noi “occidentali” categorizzeremmo un simile episodio con parole quali sfortuna, coincidenza, posto sbagliato al momento sbagliato, contingenza; al contrario, per gli Azande non si tratterebbe di contingenza o sfortunata casualità, bensì di stregoneria, che avrebbe fatto sì che i pali di legno del granaio cedessero proprio in quell’istante. Un simile pensiero può sembrare irrazionale, ma la realtà della stregoneria per gli Azande è molto più complessa, tanto da riuscire a dare un senso alla realtà quotidiana e soprattutto, a eventi avversi. 

Gli esseri umani sono sempre in cerca di risposte e la stregoneria è un modo per soddisfare questa necessità di conoscere, seppur per noi incomprensibile e lontano. Il ragionamento è logico e razionale: basandosi sul misticismo, interpreta determinati eventi in un modo che supera l’interpretazione scientifica. Il fatto che il legno del granaio deperisca e che prima o poi il granaio crollerà è oggettivo, ma la scienza non spiega perché questo capita proprio nel preciso istante in cui il passante vi si trova sotto. La stregoneria invece fornisce una possibilità. 

Come funziona, dunque, questa stregoneria?

Secondo Evans Pritchard, per gli Azande la stregoneria consiste in una sostanza che risiede nel corpo dello stregone, tendenzialmente nell’intestino tenue. Questa sarebbe ereditaria in maniera unilaterale: se un uomo è stregone, lo sarà anche il figlio maschio (ma non la figlia femmina); se la donna è strega lo saranno le figlie femmine (ma non i figli maschi). Questo non si configura certo in una caccia a streghe e stregoni: il fatto che un individuo sia uno stregone non ha alcuna importanza, fino al momento in cui un evento avverso avviene, causando vittime. La stregoneria opera quando non corre buon sangue tra lo stregone e la vittima, ed entro certi limiti di distanza, ma come?  Lo stregone sarebbe in grado di scindere la sua anima e inviarla in missione durante la notte, mentre la vittima dorme; gli effetti della stregoneria procedono molto lentamente, e la vittima conoscerà morte soltanto dopo che la sostanza stregante avrà “mangiato” l’intera anima di un organo vitale, propagandosi come una malattia. 

Mentre noi distinguiamo gli avvenimenti naturali da quelli mistici, una definizione così netta sembra venir meno per gli Azande. Essendo qualsiasi oggetto munito di un’anima, evento naturale ed evento mistico coincidono: un albero cade nel momento in cui la sua anima è stata compromessa. Non è poi così diverso dalla filosofia di Spinoza o dal pluripremiato film Avatar! 

Questa voleva essere solo un’introduzione ad un modo di rappresentare il mondo ben più complesso, per cui rimandiamo alle fonti etnografiche. La meraviglia dell’etnografia sta nel fatto che questa ci presenta modi nuovi di rapportarsi con le cose che ci circondano, ci ricorda che al mondo i sistemi di pensiero sono moltissimi e variegati, e apre degli spiragli sul funzionamento della nostra stessa natura che magari non conoscevamo. Immergersi in questa diversità senza pregiudizi è il modo migliore per coglierne a pieno le sfumature comuni e per riscoprirci più vicini di quanto possiamo credere a una popolazione che a prima vista appare profondamente diversa da noi. 

Per approfondire:

E.E. Evans-Pritchard, Stregoneria, oracoli e magia tra gli Azande 

Witchcraft among the Azande – Disappearing worlds: https://www.youtube.com/watch?v=yiGSpr1_ixI 

Introduction to Evans-Pritchard’s work by Macat Anthropology: https://www.youtube.com/watch?v=b3E4vp2gBIM

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